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Kentos

Nasce dalla denominazione greca della città di Centuripe.

Centuripe , piccolo centro arroccato tra Enna e Catania, dalla splendida vista sull'Etna e la Piana del Simeto, un passato di importante città sicula e poi romana, e un presente legato all' area metropolitana vicina.

La storia non solo come dato, qui rintracciabile nei tanti monumenti sparsi sul territorio, dai resti delle Terme di c.da Bagni, al mausoleo di Corradino, la villa ellenistica, il foro, la Pannerìa e il ricco Museo Archeologico locale, ma innanzitutto origine comune dei valori culturali, architettonici e socio-economici locali.

Coraggio, fantasia e spirito d'innovazione, hanno legato il “genius loci” della loro cittadina d'origine alla produzione di ceramiche storiche , fedeli riproduzioni di esemplari antichi, oggi custoditi nei maggiori musei del mondo. In anni non lontani tale produzione era strettamente legata al mondo del commercio illegale di reperti archeologici, scavati clandestinamente e poi immessi sul mercato, oggetti autentici di valore inestimabile e falsi, insieme.

Quanto Kentos ha voluto fare è stato di dare un Valore ad una produzione artigiana altamente specializzata, intimamente legata ai luoghi e alle storiche manifatture locali.


Infatti sin dall'antichità, i vasai utilizzavano per le loro preziose creazioni una miscela di argille che davano vita ad un impasto dalla particolare viscosità e setosità, molto resistente ai successivi momenti di cottura. Naturalmente per realizzare al tornio vasi vaso di quel tipo, e soprattutto per dipingerlo alla maniera di Eufronio, ci vuole bravura. Tanta. Il procedimento è un po' il segreto di Pulcinella: tutti i manuali di ceramografia spiegano che la cosiddetta vernice nera attica si otteneva applicando argilla liquida, che poi in cottura diventava prima rossa (per un fenomeno di ossidazione) e poi nera (per un fenomeno di riduzione). Questo, almeno, nelle linee generali. Riuscire a farlo realmente è un'altra cosa. I materiali, comunque, sono prodotti naturali. Semplice argilla. Ma, che argilla? E qui l'artigiano/artista ribatte: "Provi a chiedere la formula della Coca Cola".

Questa stessa antica arte è ripetuta dai maestri artigiani che producono delle “copie d'anciènne” della medesima cristallina bellezza degli originali: ciò che si vuole trasmettere non è il ricordo dell' oggetto antico, trattandolo con i procedimenti messi a punto, come si diceva, per ingannare il mercato archeologico, bensì puntare sul valore dell'oggetto stesso, da apprezzare, oggi come più di 2000 anni orsono, per le sue forme, i suoi colori, la raffinatezza delle immagini raffigurate.

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